Le coti di Pradalunga sono pietre dalla strana e particolare forma affusolata. Utilizzate fin dall’antichità per affilare gli utensili da taglio, sono composte da un equilibrato amalgama di minerale duro derivante dai resti di organismi a scheletro siliceo e di un minerale “tenero” cementante che permette di affilare le lame senza rovinarle, né consumarle troppo.
Da secoli a Pradalunga, l’arte dell’escavazione e della lavorazione della pietra cote è tramandata di padre in figlio. Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio afferma che in Italia si producevano le “aquaries cotes”. La loro produzione a Pradalunga e in Valle Seriana è documentata negli Statuti di Bergamo del 1248 e le pietre coti si esportavano, già a quell’epoca, in Europa del Nord e nei paesi oltremare.
Per non perdere la memoria delle nostre tradizioni, la Ligato Fratelli F. & M. s.n.c., continuando ancora oggi la secolare produzione di famiglia delle storiche ditte GAVAZZI / PICCININI ha conservato nell’originale opificio strumenti, oggetti e reperti storici dell’antica lavorazione.
Il percorso museale mostra, in sale originali, con uno sguardo a ritroso nel tempo, le diverse fasi di lavorazione e tutti gli attrezzi specifici dell’industria delle coti, nella quale erano impiegati centinaia di addetti.